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Perché ritoccare...? — Il forum di Fotocontest

Bar fotocontest.it

Perché ritoccare...?

holiverroma

La cosa che mi lascia sconcertato e “l’amaro” in bocca è che molte foto finaliste dei vari contest, sono foto ritoccate...ritoccate con filtri e aggiustamenti vari fatti al PC. Non prendete questa mia riflessione come una critica...però...secondo me con tutta sta “tecnologia” si perde quel “romanticismo” della foto “nuda e cruda”...sarò io nostalgico...ma per me la fotografia  deve essere senza ritocchi...voi che ne pensate?
5 anni fa 
NeocampioneChiacchieroneAbituèGiudice medio

Dariagufo

Come già detto da altri, credo che molto dipenda dal genere di foto che uno ama fare: ci sono generi che richiedono pochissima post perchè si suppone che "ritraggano il mondo così com'è" e generi che sono praticamente infattibili senza una postproduzione consistente. La stessa cosa ovviamente vale anche su FC, essendo i contest molto diversi tra loro: se il tema è Street Photography ti posso dare ragione, se il tema è Il Trono di Spade ammetterai che è parecchio più dura.
In qualche caso posso non darti torto, certi eccessi anche  a me paiono fastidiosi, ma non credo si possa generalizzare. Non si generalizza neanche in pittura: nelle tecniche miste c'è chi appiccica sulla tela qualunque cosa, fotografie incluse :)
5 anni fa  
GroupieLeggendaModeratoreGuruTerminatorGiudice medio

CLOSE-ENOUGH

Stiamo facendo un contest su Ghirri, un autore probabilmente ideale per interpretare un modo di intendere la fotografia  " nudo e crudo " , (anche se si dice facesse impazzire coloro che stampavano le sue foto alla ricerca del punto di colore più opportuno..)
...tuttavia proprio chi a parte questo dettaglio impostava tutto sull' idea, sull' inquadratura aveva fra i suoi mantra, una frase che senza sapere fosse sua, ho scritto anch'io in discsssioni simili a questa : " non dobbiamo FOTOCOPIARE ma FOTOGRAFARE ".. Lo sviluppo digitale, leggasi fotoritocco , photoshop/patura serve proprio a questo a interpretare , elaborare, scrivere e non semplicemente registrare.
E strano poi che quando si chiede espressamente di usare la postproduzione per sviluppare 6 RAW altrui , si assista ad un uso bulimico ed eccessivo delle possibilità di elaborazione proprio da chi di solito si appella alla moderazione..
5 anni fa  
LeggendaModeratoreGuruSentinellaGiudice medio

Dariagufo

Non conoscevo Ghirri prima di questo contest, ma non mi pare che le sue immagini possano essere definite "nude e crude". Direi che c'è molto studio dietro quella apparente semplicità, e sicuramente a noi è richiesta una certa quantità di postproduzione per ottenere qualcosa che gli somigli.
5 anni fa  
GroupieLeggendaModeratoreGuruTerminatorGiudice medio

CLOSE-ENOUGH

Dariagufo ha scritto:
Non conoscevo Ghirri prima di questo contest, ma non mi pare che le sue immagini possano essere definite "nude e crude". Direi che c'è molto studio dietro quella apparente semplicità, e sicuramente a noi è richiesta una certa quantità di postproduzione per ottenere qualcosa che gli somigli.
Credi ? Io invece trovo in Ghirri , e forse anche nella tua frase di risposta, l' accentuazione di una PREproduzione, di una cura nell' inquadratura , nella previsualizzazione dell' immagine che prescinde dallo sviluppo e dai lavori di quella che una volta era la camera oscura e contemporaneamente un attenzione ai dettagli, nel suo caso le tinte pastello apparentemente sbiadite delle stampe che invece comunque dà dignita a quella che noi chiamiamo postproduzione e magari in senso spregiativo grafizzazione, cosa che per un geometra che di lavoro faceva il grafico invece credo fosse un aspetto positivo.
Ma tornando a questa discussione il senso è che , come ricordava giustamente Laura, oggi con il digitale ogni foto è postprodotta, elaborata ; tutto stà a decidere se a farlo siano gli esperti del Joint Photographic Experts Group che lo fanno per noi in macchina oppure noi dopo. Gastel ha detto in suo intervento al MAXXI di Roma che mentre con la pellicola la foto finiva con lo scatto, oggi con il digitale non solo continua, ma forse inizia, proprio dopo lo scatto.
E per questo che trovo fondamentale cercare di capire le potenzialità nuove e diverse del digitale e studiare i tutorial che anche su questo sito, ed organicamente con i corsi, ad esempio quelli di Sergio, per poter studiare nuove tecniche , anche e proprio per stravolgerle ed usarle in modo personalissimo. 
5 anni fa  
LeggendaModeratoreGuruSentinellaGiudice medio

utente cancellato

Dariagufo ha scritto:
Non conoscevo Ghirri prima di questo contest, ma non mi pare che le sue immagini possano essere definite "nude e crude". Direi che c'è molto studio dietro quella apparente semplicità, e sicuramente a noi è richiesta una certa quantità di postproduzione per ottenere qualcosa che gli somigli.
CLOSE-ENOUGH ha scritto:
Credi ? Io invece trovo in Ghirri , e forse anche nella tua frase di risposta, l' accentuazione di una PREproduzione, di una cura nell' inquadratura , nella previsualizzazione dell' immagine che prescinde dallo sviluppo e dai lavori di quella che una volta era la camera oscura e contemporaneamente un attenzione ai dettagli, nel suo caso le tinte pastello apparentemente sbiadite delle stampe che invece comunque dà dignita a quella che noi chiamiamo postproduzione e magari in senso spregiativo grafizzazione, cosa che per un geometra che di lavoro faceva il grafico invece credo fosse un aspetto positivo.
Ma tornando a questa discussione il senso è che , come ricordava giustamente Laura, oggi con il digitale ogni foto è postprodotta, elaborata ; tutto stà a decidere se a farlo siano gli esperti del Joint Photographic Experts Group che lo fanno per noi in macchina oppure noi dopo. Gastel ha detto in suo intervento al MAXXI di Roma che mentre con la pellicola la foto finiva con lo scatto, oggi con il digitale non solo continua, ma forse inizia, proprio dopo lo scatto.
E per questo che trovo fondamentale cercare di capire le potenzialità nuove e diverse del digitale e studiare i tutorial che anche su questo sito, ed organicamente con i corsi, ad esempio quelli di Sergio, per poter studiare nuove tecniche , anche e proprio per stravolgerle ed usarle in modo personalissimo. 
Beh io menziono allora Adams che diceva "you don't take a photograph you make it" (e lui era uno che in camera oscura ci andava pesante) 
5 anni fa  

CLOSE-ENOUGH

Dariagufo ha scritto:
Non conoscevo Ghirri prima di questo contest, ma non mi pare che le sue immagini possano essere definite "nude e crude". Direi che c'è molto studio dietro quella apparente semplicità, e sicuramente a noi è richiesta una certa quantità di postproduzione per ottenere qualcosa che gli somigli.
CLOSE-ENOUGH ha scritto:
Credi ? Io invece trovo in Ghirri , e forse anche nella tua frase di risposta, l' accentuazione di una PREproduzione, di una cura nell' inquadratura , nella previsualizzazione dell' immagine che prescinde dallo sviluppo e dai lavori di quella che una volta era la camera oscura e contemporaneamente un attenzione ai dettagli, nel suo caso le tinte pastello apparentemente sbiadite delle stampe che invece comunque dà dignita a quella che noi chiamiamo postproduzione e magari in senso spregiativo grafizzazione, cosa che per un geometra che di lavoro faceva il grafico invece credo fosse un aspetto positivo.
Ma tornando a questa discussione il senso è che , come ricordava giustamente Laura, oggi con il digitale ogni foto è postprodotta, elaborata ; tutto stà a decidere se a farlo siano gli esperti del Joint Photographic Experts Group che lo fanno per noi in macchina oppure noi dopo. Gastel ha detto in suo intervento al MAXXI di Roma che mentre con la pellicola la foto finiva con lo scatto, oggi con il digitale non solo continua, ma forse inizia, proprio dopo lo scatto.
E per questo che trovo fondamentale cercare di capire le potenzialità nuove e diverse del digitale e studiare i tutorial che anche su questo sito, ed organicamente con i corsi, ad esempio quelli di Sergio, per poter studiare nuove tecniche , anche e proprio per stravolgerle ed usarle in modo personalissimo. 
utente cancellato ha scritto:
Beh io menziono allora Adams che diceva "you don't take a photograph you make it" (e lui era uno che in camera oscura ci andava pesante) 
Esatto. Il punto e se il "make" avvenga prima o dopo lo scatto, sia prima che dopo. 
Forse il fotografo con il cavalletto, il paesaggista, chi usa uno schema di luci, uno studio di posa dovrebbe privilegiare la prima parte, chi fa street, reportage, caccia fotografica la seconda, ricordandosi però in entrambi i casi che oggi la foto con il digitale è cambiata, che nella stessa scheda ci possono essere scatti a colori, in B/N, ad alti ISO e a bassa sensibilità e che i margini di intervanto dopo lo scatto sono enormi, mentre prima residuali, facili e per molti mentre prima molto difficili e per pochi.
5 anni fa  
LeggendaModeratoreGuruSentinellaGiudice medio

Dariagufo

Dariagufo ha scritto:
Non conoscevo Ghirri prima di questo contest, ma non mi pare che le sue immagini possano essere definite "nude e crude". Direi che c'è molto studio dietro quella apparente semplicità, e sicuramente a noi è richiesta una certa quantità di postproduzione per ottenere qualcosa che gli somigli.
CLOSE-ENOUGH ha scritto:
Credi ? Io invece trovo in Ghirri , e forse anche nella tua frase di risposta, l' accentuazione di una PREproduzione, di una cura nell' inquadratura , nella previsualizzazione dell' immagine che prescinde dallo sviluppo e dai lavori di quella che una volta era la camera oscura e contemporaneamente un attenzione ai dettagli, nel suo caso le tinte pastello apparentemente sbiadite delle stampe che invece comunque dà dignita a quella che noi chiamiamo postproduzione e magari in senso spregiativo grafizzazione, cosa che per un geometra che di lavoro faceva il grafico invece credo fosse un aspetto positivo.
Ma tornando a questa discussione il senso è che , come ricordava giustamente Laura, oggi con il digitale ogni foto è postprodotta, elaborata ; tutto stà a decidere se a farlo siano gli esperti del Joint Photographic Experts Group che lo fanno per noi in macchina oppure noi dopo. Gastel ha detto in suo intervento al MAXXI di Roma che mentre con la pellicola la foto finiva con lo scatto, oggi con il digitale non solo continua, ma forse inizia, proprio dopo lo scatto.
E per questo che trovo fondamentale cercare di capire le potenzialità nuove e diverse del digitale e studiare i tutorial che anche su questo sito, ed organicamente con i corsi, ad esempio quelli di Sergio, per poter studiare nuove tecniche , anche e proprio per stravolgerle ed usarle in modo personalissimo. 
Non mi pare che quella di Ghirri sia solo preproduzione. I colori e la luce sono quasi sempre abbastanza irreali, e concorrono almeno quanto le inquadrature a dare quella sensazione quasi metafisica di solitudine e straniamento. Questo a me pare comunque frutto di un artificio, puoi anche non chiamarla postproduzione ma non vedo tanta differenza dal punto di vista concettuale. 
Anche una foto in BN, dopotutto, è artificiosa quanto e più di un HDR, perchè il bianco e nero in natura non esiste. Ma siamo talmente abituati a vedere foto in BN che non percepiamo quanto sono "postprodotte".
5 anni fa  
GroupieLeggendaModeratoreGuruTerminatorGiudice medio

utente cancellato

brava daria. eppoi ragazzi, su, fotomontaggi e ritocchi sono nati quando e' nata la fotografia, come le foto di ectoplasmi o perfino quella famosa della breccia di porta pia del 1870 link
5 anni fa