Vogliamo chiarire in questo post alcune indicazioni su un aspetto del regolamento che continua a essere poco considerato.
Nel ricordarvi che in questa pagina c'è una lista delle fotografie non ammesse, ci teniamo a spiegare in modo più ampio il senso della norma "Fotografie che ritraggono Clochard o mendicanti o altro genere di disagio pubblico"

Avvicinarsi

Le persone in difficoltà pubblica vivono spesso grande dignità la loro condizione di disagio, chi vive ai margini della società non ha meno diritti di chi invece ha la fortuna di comprare una reflex da 2000 euro che magari neppure gli interessa capire come usare.
La presunta "denuncia" sociale di chi li fotografa e poi intende raccontare al mondo "fortunato" l'esistenza di una emarginazione di denuncia non ha nulla se non la voglia di raccattare qualche like sui social. Chi intende "raccontare" lo deve fare rispettando il soggetto ritratto:
un conto è avvicinarsi, parlare, chiedere di poter fare una fotografia, altro è fotografare di nascosto mantenendo la distanza con il suo mondo senza sporcarsi le mani. Per chi non la conoscesse, la storia di Diane Arbus è molto istruttiva sotto questo aspetto.
 

Pubblico e privato

Altra distinzione importante è il contesto: nei casi in cui la persona che soffre si trovasse in un contesto privato, in casa, una famiglia, degli amici intorno, per chi come noi deve applicare la norma è più semplice intuire un accordo, una scelta condivisa con la persona che soffre o i suoi cari.
In contesti pubblici invece deve essere molto palese che ci sia da parte del soggetto ritratto una sorta di accettazione, un sorriso, un cenno. Un spazio chiuso ci da comunque l'idea che chi sta fotografando sia stato accettato e riconosciuto e questo da senso al reportage. 
Pubblico e privato
Fotografia di Paolo Scelfo
Pubblico e privato
Fotografia di Simona Cancelli

Una foto dignitosa

In conclusione, la norma deve essere scritta in modo sintetico poichè conosciamo bene la difficoltà di leggere un regolamento ma poi l'interpretazione per una eventuale rimozione della foto è più complessa.
Se a nostro avviso la foto rispetta la dignità del soggetto allora non solo è ammissibile ma in molti casi (come già avvenuto su fotocontest) è anche una bellissima fotografia. 
 
Una foto dignitosa
Fotografia di Paolo Scelfo
Una foto dignitosa
Fotografia di Alessio Clone
Clochard e persone in stato di difficoltà
Fotografia di Roberto Pazzi


Commenti (32)

utente cancellato [reply:XMEBAA]esatto. Infatti nelle liberatorie non abbiamo un controllo ma l'utente autocertifica di averla (fino a prova contraria, ma da mostrare)
4 anni fa 
Ayahuasca [reply:XMEBAA]si ma quando invii dichiari di avere tutte le liberatorie e permessi. Non sta alla gestione controllare. sei tu fotografo a autocertificarti, se poi menti, beh, non è colpa di FC.

Comunque mi hanno fatto notare che "professionalismo" non è italiano. Professionalità, scusate ;)
4 anni fa 
Dariagufo Sulla carta è anche un problema di violazione della privacy, quanto a questo. Ma è come per le liberatorie: se nessuno si lamenta, va bene così :)
4 anni fa 
Ayahuasca [reply:WcEBAA]Daria, secondo me qui è un problema di etica, professionalismo e buon gusto. Non di regolamento.
4 anni fa 
utente cancellato [reply:WcEBAA]Tutto giusto, ma è fotocontest non un tribunale amministrativo. Quindi per favore, se proprio vi piace raccontare una grande difficoltà fate fotografie che siano dignitose e resteranno in gara, se non lo sono le elimino. Ed ho pochi secondi per deciderlo. perché i tempi di gara/gioco sono stretti.
4 anni fa